Disturbi dell’infanzia
Disturbi dell’infanzia
La disponibilità emotiva delle figure di accudimento significative negli scambi affettivi con il bambino sembra essere il fattore che maggiormente promuove la crescita nelle prime fasi di vita e si manifesta attraverso funzioni di regolazione che assicurano l’equilibrio emotivo del bambino.
Una buona relazione permette la maturazione dell’identità personale, con l’acquisizione progressiva di atteggiamenti di sicurezza, fiducia, autostima. Il bambino impara a gestire i propri sentimenti e le proprie emozioni con una sempre maggiore capacità di attenzione empatica verso l’altro.
Conquista progressivamente sempre una maggiore autonomia; è capace di orientarsi e compiere scelte autonome, di interagire con gli altri, di prendere coscienza della realtà e di agire su di essa per modificarla nel rispetto di valori e principi acquisiti.
Al contempo vengono acquisite specifiche competenze; il bambino conquista e padroneggia conoscenze e saperi nei vari contesti di vita; accresce abilità sensoriali, percettive, relazionali, motorie, linguistico-espressive, logico-critiche.
Scambi soddisfacenti di segnali emotivi tra il bambino e la propria madre hanno la funzione di comunicare bisogni, intenzioni e soddisfazioni e favoriscono funzioni di apprendimento ed esplorazione.
Quando la disponibilità emotiva della figura d’accudimento non è ottimale, il ruolo organizzativo dell’affettività, nel controllare i segnali emozionali propri ed altrui, può provocare disturbi evolutivi importanti.
DISTURBI DA COMPORTAMENTO INCONTROLLATO
DEFICIT DI ATTENZIONE DA IPERATTIVITÀ: non si tratta di bambini vivaci, ma proprio iperattivi, ossia costantemente in movimento, incapaci di smettere, anche solo picchiettando le dita, parlando fuori turno, ed inoltre essendo incapaci di concentrarsi su di un compito anche piacevole. Inoltre spesso male interpretano le intenzioni altrui, incorrendo in errori sociali con i pari.
DISTURBI DEL COMPORTAMENTO: Proprio di quei bambini che violano apertamente e deliberatamente le leggi, sono aggressivi e violenti anche verso oggetti ed animali,sono vendicativi ed offensivi Non bisogna confonderci con quei problemi legati alla devianza adolescenziale che però non rispecchiano problemi psicologici. Definiamo la diagnosi basandoci sull’impatto che questi bambini hanno sugli altri e su sé stessi, come abuso di sostanze e depressione. Si tratta di una condizione necessaria ma non sufficiente per sviluppare in età adulta un comportamento antisociale. I soggetti in questione sembrano incentrati molto su sé stessi, carenti nello sviluppo morale, con problemi di memoria. Forse un ruolo non indifferente è ricoperto dai modelli che si prestano ad imitazione.
INCAPACITA’ DI APPRENDIMENTO: le origini di tali disturbi sono da ricercare in una possibile anormalità cerebrale, specie nella corteccia temporoparietale; gli stimoli visivi vengono percepiti in modo errato, invertito forse, e processati in modo molto lento
DISTURBI DI APPRENDIMENTO
DISLESSIA: una significativa difficoltà nel riconoscere le parole; quando leggono omettono o distorcono parole e pronuncia in modo persistente;
ALTRI DISTURBI DI APPRENDIMENTO: difficoltà con i simboli numerici, nel comporre parole scritte, nella comunicazione, nell’esprimersi, o disturbi nel fluire delle parole con frequenti ripetizioni, lunghe pause, sostituzione di parole difficili da pronunciare, infine, disturbi nello sviluppo della coordinazione motoria.
RITARDO MENTALE:
Prima dei 18 anni si ha un deficit nelle funzioni intellettive e nei comportamenti adattativi. Da Binet in poi ci avvaliamo dei test di intelligenza e consideriamo problematici quei punteggi che si collocano sotto una, due o tre deviazioni standard dalla media. I test oggi cercano di tenere conto dei problemi fisici, sociali o culturali dei soggetti. I deficit nelle funzioni adattive riguardano le normali azioni quotidiane quali lavarsi, vestirsi,ecc.
LEGGERO (55-70 IQ);
MODERATO (35-55 IQ): problemi motori e frequenti danni cerebrali;
FORTE (20-40 IQ): limitato controllo sensomotorio, spesso letargia;
PROFONDO (sotto 20 IQ): richiedono totale supervisione anche per le azioni necessarie alla sopravvivenza.
Solitamente, i soggetti ritardati sono carenti in queste dimensioni: Comunicazione; abilità sociali; capacità di vestirsi, lavarsi, ecc. ; capacità nel mandare avanti una casa come fare la spesa, ecc. ; salute e sicurezza; nelle abilità cognitive come, attenzione, memoria, velocità di elaborazione di informazioni.
Per molto tempo i soggetti ritardati erano rinchiusi e in un certo momento storico pure sottoposti a sterilizzazione. Oggi sono disponibili programmi che mirano a supplire alle carenze dei soggetti e metterli in grado di accedere alle risorse comuni, in grado di frequentare scuole normali e trovare un impiego in vista di una vita normale. Si agisce in diversi ambiti nei campi motori, cognitivi e sociali, nonché tecniche specifiche per ridurre per esempio comportamenti autolesionisti.